Croazia in spazio Schengen. Cosa cambia.
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Re: Croazia in spazio Schengen. Cosa cambia.
@Doppiogolf E' tutto corretto quello che hai scritto, il testo unico o meglio il tentativo di farlo per la nautica da diporto nel 2005 ha stabilito che i limiti di navigazione ei natanti è legata alla cetegoria di appartenenza A,B,C,D, ed alle condizioni meteomarine stabilite, contrariamente alla vecchia legge che stabiliva che la navigazione delle imbarcazioni (perchè erano tute iscritte) in 3 o 6 miglia dalla costa o senza limiti nel mediterraneo, poi le 3-6 miglia sono state portate a 6 o 12 miglia.
Con la mancanza di una determinazione della legge sulla distanza dalla costa si è creato un po di parapiglia ed ampissime discussioni in merito determinando una certa confusione, per questo nel 2010 è stato introdotto questo limite per cui un natante può navigare solo nelle acque territoriali, rispettando le condimeteo della categoria di appartenenza.
Un natante non ha una sigla di iscrizione o una sigla identificativa, questo è il problema che vieta la navigazione nei paesi esteri, in soldoni sarebbe come andare in giro con una macchina senza targhe, quinmdi la navigazione è vietata.
Sul punto della sicurezza, un tempo le barche dovevano essere tutte iscritte, per cercare un rilancio della nautica da diporto, negli anni 90 hanno creato questa figura giuridica del natante ovvero barca che poteva circolare senza essere iscritta fino a 7,5 m. se a motore, 10 m. se a vela, poi hanno portato tutto a 10 m. sia a vela che a motore, quindi era una facoltà dell'armatore decidere se iscriverla o tenere la barca cosi.
Sul punto della sicurezza che cosa cambia tra una barca iscritta e la stessa barca non iscritta? La verifica R.i.n.a o di altro ente abilitato ogni 5 anni. Per molti armatori solo un fastidio ed una tassa in più da pagare, visto che..... a dire di alcuni amici, se la barca non ha problemi evidenti, poaghi ed ottieni la revisione, ma se si ha una barca, si effettua la verifica e si salta il rimessaggio dei motori per tre anni, secondo voi la barca rimane sicura? Per me no. La barca sicura la fa il proprietario o il meccanico a cui si rivolge facendo tutte le operazioni necessarie a garantire il buon funzionamento e la sicurezza in navigazione. A parte l'iscrizione e l'esposizione della sigla io tra un natante ed una barca iscritta non vedo proprio nessuna differenza.
Per quanto riguarda la navigazione, devo precisare che nel mio caso sarei non in regola per 15 miglia durante la traversata che faccio per andare in Grecia, quindi per 40 minuti circa di navigazione attentamente pianificata con mare tranquillo e con ogni precauzione, su una rotta abbondantemente battuta in estate da barche da diporto e dai traghetti, sono abbastanza ottimista che in queste circostante non mi capiti un'incidente tale da provocare danni fisici agli altri occupanti della barca, ma questa è una cosa mia.
Se la navigazione è coperta da regolare assicurazione IMHO l'assicurazione deve risarcire i danni perchè la mancanza di iscrizione non può essere considerata causa dell'incidente. Al contrario se con una barca di 6 m. omologata in cat. c esco con mare forza 5, superando le condimeteo previste dalla categoria di appartenenza e capita un'incidente, l'assicurazione pèotrebbe non rispondere dei danni. Se su una barca di 6 m. installo un motore da 500 c.v. ed a causa dell'eccessiva potenza capita un'incidente idem, l'assicurazione mi saluta.
Con la mancanza di una determinazione della legge sulla distanza dalla costa si è creato un po di parapiglia ed ampissime discussioni in merito determinando una certa confusione, per questo nel 2010 è stato introdotto questo limite per cui un natante può navigare solo nelle acque territoriali, rispettando le condimeteo della categoria di appartenenza.
Un natante non ha una sigla di iscrizione o una sigla identificativa, questo è il problema che vieta la navigazione nei paesi esteri, in soldoni sarebbe come andare in giro con una macchina senza targhe, quinmdi la navigazione è vietata.
Sul punto della sicurezza, un tempo le barche dovevano essere tutte iscritte, per cercare un rilancio della nautica da diporto, negli anni 90 hanno creato questa figura giuridica del natante ovvero barca che poteva circolare senza essere iscritta fino a 7,5 m. se a motore, 10 m. se a vela, poi hanno portato tutto a 10 m. sia a vela che a motore, quindi era una facoltà dell'armatore decidere se iscriverla o tenere la barca cosi.
Sul punto della sicurezza che cosa cambia tra una barca iscritta e la stessa barca non iscritta? La verifica R.i.n.a o di altro ente abilitato ogni 5 anni. Per molti armatori solo un fastidio ed una tassa in più da pagare, visto che..... a dire di alcuni amici, se la barca non ha problemi evidenti, poaghi ed ottieni la revisione, ma se si ha una barca, si effettua la verifica e si salta il rimessaggio dei motori per tre anni, secondo voi la barca rimane sicura? Per me no. La barca sicura la fa il proprietario o il meccanico a cui si rivolge facendo tutte le operazioni necessarie a garantire il buon funzionamento e la sicurezza in navigazione. A parte l'iscrizione e l'esposizione della sigla io tra un natante ed una barca iscritta non vedo proprio nessuna differenza.
Per quanto riguarda la navigazione, devo precisare che nel mio caso sarei non in regola per 15 miglia durante la traversata che faccio per andare in Grecia, quindi per 40 minuti circa di navigazione attentamente pianificata con mare tranquillo e con ogni precauzione, su una rotta abbondantemente battuta in estate da barche da diporto e dai traghetti, sono abbastanza ottimista che in queste circostante non mi capiti un'incidente tale da provocare danni fisici agli altri occupanti della barca, ma questa è una cosa mia.
Se la navigazione è coperta da regolare assicurazione IMHO l'assicurazione deve risarcire i danni perchè la mancanza di iscrizione non può essere considerata causa dell'incidente. Al contrario se con una barca di 6 m. omologata in cat. c esco con mare forza 5, superando le condimeteo previste dalla categoria di appartenenza e capita un'incidente, l'assicurazione pèotrebbe non rispondere dei danni. Se su una barca di 6 m. installo un motore da 500 c.v. ed a causa dell'eccessiva potenza capita un'incidente idem, l'assicurazione mi saluta.
- Eraora3
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Re: Croazia in spazio Schengen. Cosa cambia.
Conoscendo un minimo il mondo assicurativo, raccomando nuovamente di leggere con attenzione la polizza
- Doppiogolf
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Re: Croazia in spazio Schengen. Cosa cambia.
Quindi alla luce di quanto letto, possiamo dire che a norma del Decreto Legislativo 18/7/2005 n. 171 e sue successive modificazioni in vigore ad oggi, all'art. 27 (natanti da diporto e moto d'acqua) comma 4 si legge:
- I natanti provvisti di marcatura CE possono navigare nei limiti stabiliti dalla categoria di progettazione di appartenenza di cui
all'allegato I del decreto legislativo 11 gennaio 2016, n. 5 e, comunque, non oltre dodici miglia di distanza dalla costa.-
Di conseguenza:
- non si parla di acque territoriali ma semplicemente di mera distanza massima dalla costa e nel caso di mancanza di marcatura CE le 12 miglia si riducono a 6.
- non si parla di linea di base che rappresenta il punto di partenza per la misurazione delle zone marine previste dal diritto del mare.
- un isolotto come tale riconosciuto sulle carte, e non uno scoglio come per esempio lo scoglio d'Africa o formica di Montecristo, rappresenta una costa e per tanto se può essere utile per esempio per raggiungere la Corsica, cioè può essere il punto da cui misurare le 12 miglia.
- se un natante causa un sinistro al di fuori delle 12 miglia dalla costa, non dovendosi trovare in quel tratto di mare, decade la copertura assicurativa
- un natante può navigare in altri paesi purché rispetti la legislazione vigente nel paese ospitante e la polizza RC preveda la validità in quel paese, normalmente indicato nella carta verde.
Se i vari articoli che circolano in rete fossero stati scritti in questi termini, non avrebbero creato alcuna incomprensione.
- I natanti provvisti di marcatura CE possono navigare nei limiti stabiliti dalla categoria di progettazione di appartenenza di cui
all'allegato I del decreto legislativo 11 gennaio 2016, n. 5 e, comunque, non oltre dodici miglia di distanza dalla costa.-
Di conseguenza:
- non si parla di acque territoriali ma semplicemente di mera distanza massima dalla costa e nel caso di mancanza di marcatura CE le 12 miglia si riducono a 6.
- non si parla di linea di base che rappresenta il punto di partenza per la misurazione delle zone marine previste dal diritto del mare.
- un isolotto come tale riconosciuto sulle carte, e non uno scoglio come per esempio lo scoglio d'Africa o formica di Montecristo, rappresenta una costa e per tanto se può essere utile per esempio per raggiungere la Corsica, cioè può essere il punto da cui misurare le 12 miglia.
- se un natante causa un sinistro al di fuori delle 12 miglia dalla costa, non dovendosi trovare in quel tratto di mare, decade la copertura assicurativa
- un natante può navigare in altri paesi purché rispetti la legislazione vigente nel paese ospitante e la polizza RC preveda la validità in quel paese, normalmente indicato nella carta verde.
Se i vari articoli che circolano in rete fossero stati scritti in questi termini, non avrebbero creato alcuna incomprensione.
Non hai i permessi necessari per visualizzare i file allegati in questo messaggio.
Gabriele
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Re: Croazia in spazio Schengen. Cosa cambia.
Esatto, Anche se io ero convinto che la navigazione fosse limitata alle acque territoriali e non a 12 miglia dalla costa.
Faccio una precisazione, da quello che mi consta, l'unico stato in cui, per accordi bilaterali, è consentita la navigazione dei natanti, in cui originariamente era richiesto, in caso di controllo, il certificato di omologazione e la fattura di acquisto della barca, oltre l'assicurazione, è la Francia.
Questo perchè in occasione della formulazione del testo unico nel 2005, i francesi speravano che fosse eliminata dalla legislazione la figura dei natanti, quando hanno visto che è rimasta in vigore, immediatamente, hanno fermato per controllo tutti i natanti italiani e messi sotto sequestro, creando un'enorme scompiglio tra i diportisti che abitualmente andavano in vacanza li e le varie strutture francesi ricettive, con revoche di prenotazioni ed in molti casi perdita dei pagamnti fatti.
Quinti si sono messi a tavolino ed hanno trovato l'accordo per salvare le vacanze ai diportisti e gli introiti per le strutture ricettive.
Questo perchè la Francia ha importanti produttori di barche, Benettau per dirne uno, i quali producevano e/o vendevano barche senza fatturare, mettendoli a mare come natanti italiani, evadendo tutti i costi di acquisto al momento della vendita e tutte le tasse da pagare per il mantenimento della barca, che in Francia sono molto più salate che da noi.
Ho conosciuto un francese che stava in vacanza dalle mie parti con un Ferretti 36 Fly, siglia tedescha e gli ho chiesto come mai? Ha risposto che la moglie era tedesca di nascita, li solo la tassa di stazionamento viene determinata in base alla cilindrata e non alla cavalleria e gli sarebbe costata solo quella qualcosa come 4-5.000 euro.
Negli altri paesi Albania e Grecia di sicuro, la navigazione dei natanti è tollerata per agevolare il turismo, non ho fatto ricerche approfondite ma non mi risulta che vi siano accordi bilaterali che la consentano.
Faccio una precisazione, da quello che mi consta, l'unico stato in cui, per accordi bilaterali, è consentita la navigazione dei natanti, in cui originariamente era richiesto, in caso di controllo, il certificato di omologazione e la fattura di acquisto della barca, oltre l'assicurazione, è la Francia.
Questo perchè in occasione della formulazione del testo unico nel 2005, i francesi speravano che fosse eliminata dalla legislazione la figura dei natanti, quando hanno visto che è rimasta in vigore, immediatamente, hanno fermato per controllo tutti i natanti italiani e messi sotto sequestro, creando un'enorme scompiglio tra i diportisti che abitualmente andavano in vacanza li e le varie strutture francesi ricettive, con revoche di prenotazioni ed in molti casi perdita dei pagamnti fatti.
Quinti si sono messi a tavolino ed hanno trovato l'accordo per salvare le vacanze ai diportisti e gli introiti per le strutture ricettive.
Questo perchè la Francia ha importanti produttori di barche, Benettau per dirne uno, i quali producevano e/o vendevano barche senza fatturare, mettendoli a mare come natanti italiani, evadendo tutti i costi di acquisto al momento della vendita e tutte le tasse da pagare per il mantenimento della barca, che in Francia sono molto più salate che da noi.
Ho conosciuto un francese che stava in vacanza dalle mie parti con un Ferretti 36 Fly, siglia tedescha e gli ho chiesto come mai? Ha risposto che la moglie era tedesca di nascita, li solo la tassa di stazionamento viene determinata in base alla cilindrata e non alla cavalleria e gli sarebbe costata solo quella qualcosa come 4-5.000 euro.
Negli altri paesi Albania e Grecia di sicuro, la navigazione dei natanti è tollerata per agevolare il turismo, non ho fatto ricerche approfondite ma non mi risulta che vi siano accordi bilaterali che la consentano.
Re: Croazia in spazio Schengen. Cosa cambia.
infatti non ci sono incomprensioni le leggi italiane terminano al confine dello stato salvo le navi battenti bandiera, le ambasciate ecc ecc quindi integrando il decreto di cui scrivi alle leggi che delimitano la giurisdizione territoriale ed i casi di intervento della gdf e della gc si ha che il natante che naviga oltre le 12 mgl non è soggetto a sanzioniDoppiogolf ha scritto: ↑07/02/2023, 16:51........................... comunque, non oltre dodici miglia di distanza dalla costa.
Di conseguenza:
- non si parla di acque territoriali ma semplicemente di mera distanza massima dalla costa e nel caso di mancanza di marcatura CE le 12 miglia si riducono a 6.
.........................................................
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- un natante può navigare in altri paesi purché rispetti la legislazione vigente nel paese ospitante e la polizza RC preveda la validità in quel paese, normalmente indicato nella carta verde.
Se i vari articoli che circolano in rete fossero stati scritti in questi termini, non avrebbero creato alcuna incomprensione.
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Re: Croazia in spazio Schengen. Cosa cambia.
Ni...
Non è soggetto a sanzioni delle autorità civili, bensì di qualunque nave militare di qualunque Nazione... che poi nella stragrande maggioranza dei casi sono le navi militari degli Stati che affacciano il tratto di mare.
Inoltre in genere Ti aspettano al varco delle 12 miglia, ed una volta nelle acque territoriali Sei pienamente sotto la giurisdizione anche delle autorità amministrative oltre che di quelle militari.
Non è soggetto a sanzioni delle autorità civili, bensì di qualunque nave militare di qualunque Nazione... che poi nella stragrande maggioranza dei casi sono le navi militari degli Stati che affacciano il tratto di mare.
Inoltre in genere Ti aspettano al varco delle 12 miglia, ed una volta nelle acque territoriali Sei pienamente sotto la giurisdizione anche delle autorità amministrative oltre che di quelle militari.
Matteo
Re: Croazia in spazio Schengen. Cosa cambia.
la nave militare ti può sparare .............. ma non può sanzionare amministrativamente; all'interno delle acque territoriali la nave militare non può neanche fermarti per un controllo, figuriamoci una multa, ed ultimamente anche cc e polizia non sono più abilitati ai controlli preventivi, solo gdf e gc
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Re: Croazia in spazio Schengen. Cosa cambia.
Ciò che non riesco a comprendere è la circostanza che dobbiamo recarci in capitaneria anche per quest'anno se con la nostra imbarcazione non abbiamo fatto l'accesso negli ultimi anni. È necessario quindi immettere i nostri dati solo presso una capitaneria e non on line. In seguito con l'accesso tramite spid potremmo pagare la vignetta on line essendo inseriti i nostri dati a sistema. Speriamo che questo passaggio possa essere eliminato
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Re: Croazia in spazio Schengen. Cosa cambia.
Le incomprensioni derivano dal fatto che esistono tratti di mare sotto la giurisdizione delle leggi italiane ma che distano più di 12 miglia dalla costa come il centro del golfo di Taranto e molti altri.
Gabriele
Re: Croazia in spazio Schengen. Cosa cambia.
in quei casi il natante è sanzionato
- fabianbassan
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Re: Croazia in spazio Schengen. Cosa cambia.
Tramite il portale eNautics, a cui è possibile accedere con lo SPID o la Carta di Identità Elettronica, ma il portale Enautika non funziona per la sola Italia.
service.eid.gov.it al momento non è in grado di gestire la richiesta.
HTTP ERROR 500
Ne sapete qualcosa?
Grazie.
service.eid.gov.it al momento non è in grado di gestire la richiesta.
HTTP ERROR 500
Ne sapete qualcosa?
Grazie.
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Re: Croazia in spazio Schengen. Cosa cambia.
riprova.. io la ho fatta mesi fa ed è tutto regolare, se non fai le procedure come deve essere non riesci a farla, non è proprio una passeggiata, un pò machiavellico, ma si fa... anche molti che conosco l'hanno fattafabianbassan ha scritto: ↑21/06/2023, 11:41Tramite il portale eNautics, a cui è possibile accedere con lo SPID o la Carta di Identità Elettronica, ma il portale Enautika non funziona per la sola Italia.
service.eid.gov.it al momento non è in grado di gestire la richiesta.
HTTP ERROR 500
Ne sapete qualcosa?
Grazie.
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- Iscritto il: 21/08/2015, 21:33
Re: Croazia in spazio Schengen. Cosa cambia.
Anch'io l'ho fatta senza grossi problemi, ma pensi ci sia qualche problema con il loro sito, talvolta.
Marinaio o montanaro? Boh?
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Re: Croazia in spazio Schengen. Cosa cambia.
da quanto mi risulta c'era un problema tutto italiano ovvero il collegamento con lo spid, ma risulta risolto da qualche giorno forse più di una settimana fa